Cos’è un manga? Tutti abbiamo l’impressione di saperlo. Manga è un termine giapponese che serve a indicare i fumetti di piccolo formato, di qualsiasi nazionalità o genere riguardi. Il termine manga è nato intorno al secolo XVIII, e si rinquadra nel significato di “Immagini derisorie”.
L’evoluzione giornaliera di ciò che vuol dire manga ha specificatamente a che vedere con un fumetto d’intrattenimento, che tratti una storia complessa, fatta di illustrazioni che sfiorano spesso la concezione di arte pura. Ma in passato l’osservanza che si aveva di ciò che si inquadrava nella parola manga, aveva a che vedere con semplici libri di illustrazioni di artisti giapponesi, senza alcuna pretesa di pregio o complessità narrativa. A quell’epoca, il termine manga non era di uso frequente e la forma editoriale odierna, non aveva nulla a che vedere con la primitiva e grezza forma letteraria del tempo. I manga del diciannovesimo secolo potevano trovare incontro di paragone con i libercoli comici presenti in Europa nello stesso periodo oppure i Dime novel britannici, racconti popolari, di costume, che scaturirono nella forma letteraria Penny dreadful, versione trash e horror dei medesimi racconti, pieni di compiacimento violento e dediti all’intrattenimento e la diffusione del genere romanzo gotico.
Alla stessa maniera dei Penny dreadful, i manga di epoca passata vivevano degli epigoni della pittura del seicento, in particolare riferimento delle opere dei pittori come Hokusai (Famoso per il dipinto dell’onda e le Trentasei vedute del Monte Fuji) e Yoshitoshi, famoso incisore e ultimo capostipite della tecnica xilografica Ukiyo-e, eseguita con inchiostro o nerofumo mischiato con acqua, su un supporto di tela di seta.
Questo fattore trae chiaro e logico senso nel dire che l’origine del manga guarda con seduzione alle stampe di questi pittori famosi in patria, ma anche esportati in Europa e divenuti riferimenti creativi di pittori come Van Gogh e Gauguin. Difatti le stampe xilografiche hanno avuto un nutrito responso da parte dei fruitori sin dai secoli XII e XIII, quando questo genere cominciò a diffondersi e gli artisti a emergere dalle caste inferiori della popolazione del periodo Kamakura, all’epoca dello shogunato Ashikaga.
Un altro fattore che contraddistingue la vastità di generi del fumetto giapponese è la nutrita e compatta struttura narrativa interreligiosa che è componente viva ancora oggi, nella società nipponica. Il folklore giapponese ha una irrinunciabile presa sulla vita quotidiana in Giappone. Rituali, ricorrenze, tradizioni e racconti sono vividi esemplari pedagogici, che aiutato la società nipponica a concepire la realtà e a definirla. Per ogni aspetto della vita, il credo politeista dello Shintoismo, ha una risposta o un rimedio e un personaggio mitologico o folkloristico di riferimento.
I personaggi mitologici più importanti sono protgonisti di miriadi di leggende che sono sopravvissute al passaggio del tempo, come Izanami e Izanagi, paragonabili agli Adamo e Eva biblici, hanno origine romantica, considerati i creatori delle quattro isole maggiori che costituiscono il Giappone, così da divenire veri e propri progenitori alle origini del paese del sol levante. Anche Amaterasu, l’inevitabile dea del sole, figlia dei progenitori del Giappone, timida e introversa, adirata dal fratello Susanoo, tanto da indispettire il mondo, e far sparire il sole trovando rifugio nella caverna Ama no Iwato. Queste e tante altre leggende hanno trovato agile incisione nella memoria dei giapponesi, da essere ancora oggi una mutua facoltà di fede e realtà interpretativa, molto complessa e romantica.
Oltre alle storie leggendarie tratte da episodi tra entità divine, un protagonista delle storie giapponesi, da cui hanno tratto frutto i manga, è il samurai. Molto spesso le storie di questi indomiti guerrieri, servi e protettori di feudatari e Shogun, si sono mescolate in scene di sagaci battaglie, pregne di interventi sovrannaturali, proprio come si penserebbe alle scene in stile dell’Odissea o dell’Eneide. Le storie popolate di questi eroi sono spesso addensate da episodi comici, tragici o addirittura erotici. Ma ciò che differisce da un racconto omerico o tragico greco, da una leggenda nipponica, è sicuramente l’impulso tutto giapponese, in parte mutuato dalla cultura cinese, della ritualità.
Il rito in Giappone è tutto. Ogni cosa nel paese del sol levante, sembra dover essere preannunciato da un meccanismo socio-religioso. Dalla cerimonia del tè, il Cha-no-yu, alla semplice contemplazione di un aspetto della natura, come il Suiseki, consiste nella necessità di creare un’aura di riserbo e isolamento. Come se si ammettesse di essere al pari della propria solitudine, inevitabile, giusto per un momento, e essere capaci di condividerla con qualcun altro nella consumazione di un momento perfetto. Esplicativo è il concetto filosofico del Ma, che vuol dire “Spazio”, o “Intervallo”, una sfera del proprio vivere che non ammette intrusione, né è possibile invadere: come se si volesse accettare con serenità, l’inesplicabile mistero della vita, da parte dei viventi medesimi. E nel maggior avvaloramento di questo argomento non si può evitare di pronunciarsi sul sintomo principe di questa ricercatezza della perfezione, che è il sakura, il ciliegio: simbolo di perfezione momentanea, ma anche del decorso di ogni cosa e della sua fine.
Queste complesse ramificazioni di ritualità, arte e filosofia, si sono addensate quindi nel linguaggio fumettistico, momentaneo interprete della modernità, quale forma di intrattenimento e interpretazione del tempo che sta scorrendo in questo bailamme contemporaneo. Di certo è che il manga odierno è protagonista di questa interpretazione, e non solo in Giappone. Da tempo il fenomeno manga ha letteralmente invaso l’oltreoceano e l’Europa.
La struttura editoriale di un manga si esprime differentemente da quella europea o americana. Il manga va letto al contrario, da destra verso sinistra, altra contraddizione che distingue questo lavoro fumettistico, come una contrapposizione al regolare flusso delle cose, che non vanno avanti, nelle pagine, ma sembrano tornare indietro, come a confermare che una storia non comincia, è già finita e pretende che il lettore, per rapportarsi a essa, torni indietro nel tempo.
Il volume di un manga si presenta in forma di Tankobon, che rappresenta la forma di capitoli che vanno a comporre editorialmente un ordinato pezzo della storia. I generi affrontati nei manga sembrano non avere una fine. Si parte dai generi più venduti, rivolti agli adolescenti, che sono gli Shonen e Shojo. Ma il terreno è appena aperto, ce n’è per tutti i gusti, a partire dai Seinen, storie di tema adulto, con tavole disegnate con una ricercatezza iperrealista, o quanto meno che dia sfoggio a una tratteggiatura più matura, aderente ai gusti di chi è alla ricerca di storie senza fronzoli o infiorettature; la sospensione della realtà si addensa in un campo limitato all’approfondimento dei temi complessi della vita. Gli argomenti, in questo genere, non hanno alcun preambolo, o perlomeno nessun tipo di preparazione pedagogica, per essere affrontati e l’artista, o meglio il mangaka, non ha alcuna remora a dare sfogo alla sua immaginazione. In questi macro-generi trovano terreno tutte le varianti di racconto, dall’avventura, all’horror, al racconto sentimentale, alla tragedia, ai racconti di azione; un genere che va sottolineato, per la diffusione che sta avendo nell’ultimo decennio, è il genere fantasy-eroico.
Data la diffusione nei paesi anglo-americani, l’impatto culturale è entrato in conflitto con le modalità di intrattenimento dei paesi suddetti. Questo ha generato uno scontro-incontro tra le culture, che ha subito il fascino e la violenza della contaminazione. Dosando l’attenzione all’esplosivo genere fantasy diffuso in America, con il sottogenere eroico promosso dai fumetti marvel e dal Marvel Cinematic Univerce, l’attenzione degli artisti mangaka, si è contagiata del suddetto genere, promuovendo storie che ammiccavano al pubblico straniero, che ha cominciato ad apprezzarne lo stile narrativo.
Ad oggi il manga risulta essere una delle forme di intrattenimento, un mezzo culturale, una forma narrativa tra le più redditizie sul mercato editoriale e naturalmente proposto anche sul sito Libertutti.com